Tato Zamichieli, una vita nel football, due
splendidi figli, offensive lineman nei Frogs Campioni d'Italia e d'Europa,
allenatore in tante squadre e, quattro anni fa, capo allenatore dei Rhinos e poi
dei Mastini di Verona. Dal 2013 Direttore Sportivo dei Seamen.
Secondo anno da Direttore Sportivo dei Seamen,
nel primo anno il Super Bowl, per il secondo anno che aspettative ha?
Migliorare rispetto all anno precedente. Non è
cosa facile, ma è sempre stata una mia prerogativa di vita. Ogni anno lavorare
per migliorare. Nello sport, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Migliorare anche di poco ma migliorare. Contribuire ancora di più al successo della mia
squadra aiutando i coach, i nostri giocatori e tutto lo staff dei Seamen in
ogni momento, mettendo a disposizione la mia persona, conoscenze ed esperienza.
Dopo una vita ad allenare, il ruolo di
dirigente le va stretto o è un ruolo che le piace?
Mi piace moltissimo. Mi era stato proposto più
volte e lo avevo sempre rifiutato. Ho accettato in quanto nei Seamen sembrava
il ruolo disponibile più adatto alle mie caratteristiche, poi alcuni seri
problemi familiari mi hanno obbligato a non poter più ricoprire ruoli da
allenatore e così ho accettato con entusiasmo e come mio primo anno non poteva
andare meglio! Poi, sinceramente, conto quanto prima di ritornare ad allenare.
Amo fare l' allenatore e mi sento ancora troppo giovane per smettere
definitivamente di farlo.
Due parole sull'ambiente che si è creato nei
Seamen in questi anni.
L'ambiente Seamen è perfetto per giocare a
football, per allenarsi e crescere con umiltà. Una solida intelaiatura di
ragazzi giovani, provenienti dalle plurititolate giovanili dei Seamen,
garantisce una freschezza e un ambiente sano, umile e propenso al lavoro. I
giocatori veterani ben si inseriscono, motivati nell' avere a fianco giovani di
valore. Gli allenatori sono ottime persone con esperienze sui campi di football
ineguagliabili. Tanti campioni oggi allenano i Seamen con l' unico obiettivo di
formare e creare nuovi campioni e, inutile nasconderlo,
riportare un titolo a Milano dopo tantissimi anni. Non sappiamo
esattamente quando accadrà (speriamo il prima possibile), ma di una cosa siamo
certi: lavorando così, accadrà.
Tanti amici e tanta passione, un giudizio sul
coaching staff?
Come dicevo, gli allenatori dei Seamen sono merce
rara nel mondo del football. Ex pluri campioni d' Italia e d' Europa, ex
professionisti (Paolo Mutti e Luca Bellora), uomini animati da una passione e
competenza unica. Dopo gli allenamenti mi è capitato, molto spesso, di passare
ore a discutere con loro di cosa poter migliorare e di ogni singolo nostro
giocatore per capire come fare ad ottenere il meglio da lui. Persone mai
stanche di cercare, insieme, il modo di far funzionare al meglio la nostra
squadra. In ultimo, oggi tanti ex Frogs (io compreso) stanno lavorando
con forza e passione al fianco di tanti vecchi Seamen, all' epoca acerrimi rivali,
per costruire un programma vincente. Credo che i vecchi Seamen uniti ai vecchi
Frogs ce la possano fare.
L'organizzazione è sempre migliorabile, ma i
ragazzi che oggi calcano il campo stanno facendo i miglioramenti sperati?
Si, migliorano. Noi fatichiamo a comprendere
queste nuove generazioni in quanto ai nostri tempi (anni '80 e '90) il football
veniva prima di tutto, prima dello studio, della fidanzata, della discoteca. Oggi è molto
diverso, ma sinceramente stimo questa nuova generazione, va
allenata in modo diverso, richiede più fatica psicologica, ma se allenata
a dovere, migliora eccome.
La passione che ha per questo sport traspare
negli speach alla squadra, quanto è importante la motivazione del team nel
football?
La motivazione nel football vale per un buon 60% per avere un campionato vincente. Chi mi ha visto all' opera come allenatore sa
che io cerco le vittorie più nella motivazione che nei playbook. Se non si
riescono a dare i giusti stimoli e le giuste motivazioni, la migliore squadra
può facilmente fallire. Spesso nel football (a me capitava molto spesso) ti trovi di fronte un avversario, più grosso di te, forte e cattivo pronto a
schiacciarti in ogni singola azione e lì, non vi è tecnica o schema che
serva. Devi essere motivato a batterti, a dare il tuo meglio, a soffrire e, alla fine, come per incanto, scopri che puoi vincere.
I Seamen quest'anno sono migliorati
ulteriormente, oltre all'iniezione di giovani, ci sono arrivi
"pesanti", il tutto grazie anche al suo lavoro. Come vede l'inserimento
di questi ragazzi nell'organico già forte di una partecipazione al Super Bowl?
Benissimo. Quanto ho detto prima evidenzia quanto
sia facile inserirsi nel gruppo Seamen, a patto di lavorare con umiltà per il
massimo obiettivo, in silenzio, solo allenandosi e faticando. Non ce lo diciamo
mai, ma noi tutti sappiamo dove vogliamo arrivare.
Parma è veramente irraggiungibile?
No, da head coach dei Rhinos ho già avuto
l'occasione di batterli in casa loro. Sono molto bravi, eseguono tutto
quasi alla perfezione, sono da anni campioni d'Italia e nell ultimo Super Bowl
ci hanno nettamente battuti, ma non sono imbattibili, non sono quella macchina
da guerra che sono stati per 10 anni i Lions Bergamo che ti sovrastavano
fisicamente e tecnicamente. Parma è un forte avversario, da rispettare al
massimo, ma assolutamente battibile.
L'alchimia che si è creata negli spogliatoi
può essere la carta vincente in campo?
Credo sia ancora migliorabile, ma sicuramente lo
spogliatoio farà la differenza fra le nostre vittorie e le nostre sconfitte.
Vede un suo ritorno in sideline nei prossimi
anni?
Assolutamente si. Nel 2015 o 2016 sicuramente mi
riprenderò il ruolo che amo di più nel football. Quello di un condottiero che
vuole portare i suoi uomini alla vittoria e che è disposto a dare tutto
sè stesso per farcela.
Per ultimo, un giudzio su Jonathan Dally e
Dalton Hilliard?
Sono ragazzi che seguo da anni. Jonathan Dally ho
iniziato a seguirlo nel 2007 quando mi sono accorto di questo piccolo quarterback (per
gli standard attuali) che faceva impazzire le difese guidando l'attacco dell'
università californiana di Sant Luis Obispo. Correva da quarterback oltre 700 yard a stagione! E nel
2008 è stato il miglior quarterback anche sui lanci in tutti gli Stati Uniti in division I NCAA. La
prima volta mi ha detto " coach non vengo ", quando ero ai
Rhinos Milano. Poi è venuto l'anno dopo, ma io non ero più allenatore ai Rhinos.
Poi due anni in Austria, dove nel 2013 è stato il miglior quarteback della lega.
Dalton lo seguivo da tre anni. UCLA è stata la
prima università nella quale ho passato il mio primo camp di football ad agosto
per migliorare le mie conoscenze da allenatore. Adoro UCLA e prendere Dalton
che è stato a più riprese titolare come free safety, strong safety e linebacker mi inorgoglisce
tantissimo. Un grande giocatore da una grande università. Finisco dicendo che chiunque abbia visto Jonathan
e Dalton ha già capito quanto questi due forti giocatori di football abbiano
legato fra loro e come sembra facciano parte dei Seamen non da un mese, ma da
anni. Jonathan e Dalton sono due campioni, umili e bravi, tocca a NOI fare il resto
con il loro aiuto.
FORZA SEAMEN!! Soffriamo insieme per la massima
posta in gioco, io sarò sempre al vostro fianco e non cederò di un passo.