Paolo Mutti, 50 anni, nel football dal 1984 al 1994,
sempre nei top WR d’Italia, 2 scudetti, 4 Super Bowl giocati, campione europeo
con la nazionale, un anno tra i pro in World League e una pausa obbligata di 10
anni dopo che nel Super Bowl a Legnano un colpo accidentale gli procurò un
infortunio che lo costrinse al ritiro. Rientrato nel 2004 con il “Jurassico” e
nel 2009 cofondatore dei Seamen, divenne da subito allenatore dei campioni
d’Italia Under 18, capo allenatore in A2 nelle ultime tre giornate, offensive
coordinator dei campioni d’Italia Under 21 nel 2010, head coach del Team Arena
nel 2011 e assistente nel 2012 di Joe Avezzano, a cui subentrò nelle ultime
sette giornate, poi un 2013 da head coach con il raggiungimento del Super Bowl,
una escalation e una carriera notevole. Sentiamo da lui cosa si aspetta per il
2014.
Terzo anno da head coach, un’altra grande scommessa, cosa si mette
sul piatto quest’anno?
«Personalmente il solito entusiasmo e tanta voglia di
vincere».
Tanti arrivi di qualità permetteranno di azzerare il gap con Parma?
«Sono molto contento dei nuovi innesti sia come persone
che come giocatori, si sono inseriti già bene nello spogliatoio e mi aspetto da
loro un grande contributo. Il gap con Parma è difficile da colmare anche perché
i Panthers a loro volta si sono rinforzati, ci siamo ben attrezzati e non
vediamo l’ora di metterci alla prova».
L’allungamento della panchina, tanti buoni giocatori: un vantaggio
o problemi di gestione?
«Un grandissimo vantaggio, la panchina lunga ci aiuterà
nei momenti delicati della stagione dove dovremmo fare sicuramente i conti con
gli infortuni».
Cambiano i giocatori americani, ce ne sarà solo uno in campo: come
crede si comporteranno e si sentirà la mancanza dei grandi 3 del 2013?
«Abbiamo deciso di concentrarci su giocatori con
caratteristiche diverse anche se rinunciare a Shawn Jordan e Jeff non è stato
facile. Johnny (il quarterback Dally, ndr) ha una grande esperienza in Europa,
voleva tornare in Italia e abbiamo preso l’occasione al volo. Dalton (Hilliard,
defensive back, ndr) è un giocatore speciale, ha grandi skills, un entusiasmo
contagioso e non vedo l’ora di vederlo all’opera».
Una campagna di rinforzo notevole, con oltre 14 nuovi innesti: non
si rischia di iniziare da zero?
«Assolutamente no, il gruppo è oramai consolidato e gli
innesti avvengono automaticamente».
11 assistenti in sideline… sembra un team di college, come siete
riusciti a mettere insieme un team così “professionale”?
«Ho sempre predicato il lavoro di squadra, ognuno qui sa
cosa deve fare, ci siamo dati dei compiti ben precisi ma fondamentalmente alla
base c’è una forte stima reciproca e amicizia. I nuovi coaches Luca Bellora e
Pepe Salvemini hanno portato esperienza e entusiasmo, Maurizio Colombo ha tanta
voglia di riscatto e sta facendo un grande lavoro».
Avete gli occhi addosso con diffidenza, perché si pensa che lo
scorso anno sia stato un episodio fortunato: come pensate di affrontare il
campionato come squadra da battere?
«Sicuramente non saremo più una sorpresa e ogni partita
sarà molto più difficile e chi ci affronterà avrà più motivazioni, noi dovremo
essere pronti a ribattere colpo su colpo. Siamo consapevoli che non sarà facile
confermarsi ma abbiamo tanta voglia di farlo».
Quali sono le squadre che teme di più?
«Tutte».
Si punta in alto e le conferme sono sempre difficili, 5 mesi di
preparazione pre campionato come le giudica?
«Abbiamo fatto un lavoro durissimo di preparazione con
Massimo Annoni, a volte quasi difficile da gestire ma sono sicuro che ne
vedremo i frutti in campionato e spero che ci ci farà fare un salto di qualità
a livello atletico».
Siamo a 15 giorni dall’inizio del campionato, poi 3 mesi in apnea
(13 settimane e 10 partite), i playoff sono raggiungibili?
«Penso di sì ma ogni anno fa storia a se e nulla è
scontato».
Sabato 8 marzo i Panthers, un trampoplino o uno scoglio?
«Un grande scoglio ma un potenziale trampolino, penso che
oramai abbiamo l’ esperienza per gestire ogni tipo di risultato
Nel caso di una sconfitta, per altro scontata per tutti gli
esperti, come pensa di tenere alto l’umore per affrontare poi i Dolphins
«Non è mai facile gestire una sconfitta, quella del Super
Bowl dello scorso anno l’abbiamo per ora gestita come uno stimolo per fare
meglio, anche un’eventuale vittoria non sarà facile da gestire. Il campionato è
lungo e dobbiamo vivere ogni gara con il giusto approccio.
Cosa vorresti rivivere della stagione scorsa, e cosa non vorresti
rivedere?
«Vorrei tanto che ci fosse la stessa armonia nel team, e
non vorrei rivedere quegli infortuni».