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mercoledì 29 gennaio 2014

AMERICAN DREAM - IL RACCONTO DI FILIPPO PORCU

Penultimo appuntamento con la rubrica American Dream. Il viaggio e l'esperienza di Filippo Porcu. 


"Credo non ci possa essere esperienza più bella, per un ragazzo innamorato di questo sport sensazionale che è il football, che poter partecipare ad un evento così significativo e ricco di emozioni come il WDT in Florida. L'America, patria del football, meta ambita da sempre da ragazzi come me e provenienti da tutto il resto del mondo. Un’ occasione unica e spero non irripetibile. 
 
Ecco cosa è stato per me. Eccitato sin dall'inizio dall'occasione di potermi misurare con altri ragazzi della mia età e vedere se il livello fisico-tecnico sarebbe stato alto. Fortunatamente appena arrivati a Bradenton ci hanno dato la possibilità di riposare la mattinata, poiché eravamo bloccati da ore in aeroporto e tutto il lungo viaggio ci aveva debilitato decisamente. Ma da quel pomeriggio in poi, dal quel primo allenamento non ci siamo più fermati.


Allenamenti davvero intensi, ma sicuramente gratificanti. Si è notato tra i linebacker un grande livello tecnico di lettura e copertura delle zone, aspetto nel quale io personalmente devo lavorare molto, invece, con mia sorpresa, per quanto riguarda il livello fisico, nel contatto mi aspettavo dei macellai davvero tosti, non che non lo fossero, ma comunque era un livello per me abbordabile e nel quale mi rispecchiavo pienamente. 

Rispetto ai drills in Italia ho notato che è stata dedicata una parte del tempo degli “individuals” per i linebacker a coprire “man to man” nelle tracce, a uscire senza “false steps” dalle posizioni, ai movimenti e al  dropback in particolare, nonché al footwork per raggiungere la zona correttamente e coprirla. C’erano anche esercizi di contatto, in quanto il nostro ruolo prevede dei veri e propri picchiatori. Per quanto riguarda la tecnica del placcaggio sono riuscito ad affinarla notevolmente grazie ai consigli dei miei due grandi coach: Sebas e Pete.

L'unica cosa che davvero rimpiango è di non aver dato il 100 % nei test del quarto giorno, proprio per il fatto che eravamo tutti davvero stanchi per gli allenamenti dei giorni precedenti. Test che, a mio parere, andrebbero fatti il primo giorno, ma fa niente. Un grande coaching staff, ricco di persone davvero qualificate e disponibili a qualsivoglia spiegazione o chiarimento, un ambiente molto gradevole, arricchito da ragazzi davvero simpatici con cui ho avuto il piacere di stringere amicizia…in poche parole un sogno, il posto in cui quelli come me vorrebbero vivere e a cui sento di appartenere."