IL BLOG UFFICIALE DEI SEAMEN MILANO

martedì 4 febbraio 2014

AMERICAN DREAM - IL RACCONTO DI IGOR TIMOTIJEVIC

Ed eccoci arrivati all'ultimo appuntamento con AMERICAN DREAM. Abbiamo conosciuto e apprezzato le incredibili esperienze dei nostri ragazzi, un motivo di orgoglio per loro e per tutti i Seamen Milano. Speriamo in futuro di poter raccontare sempre più storie di nostri giovani in viaggio in America per fare esperienza e conoscere la patria del football americano. E ora, il racconto di Igor Timotijevic. 


"L’esperienza in America è stata bellissima e veramente unica. Un giorno Antonella (Tuzzolino ndr) mi ha detto che ero stato scelto per un esperienza con i miei compagni: ero felicissimo. Subito io e i miei genitori ci siamo messi in moto per fare la visa, siccome ho origini serbe. Presa la visa non c'erano più problemi, potevo partire. Arrivato il giorno della partenza ero molto agitato. Ho incontrato a Malpensa i miei compagni di squadra per prendere il volo che ci ha portato a New York.

Salutati i genitori siamo andati a imbarcarci, il volo è durato sette ore. Arrivati a New York, per vari motivi, siamo stati impossibilitati a partire per Tampa all’ orario previsto e quindi ci è toccato aspettare. Il problema era che il giorno dopo ci dovevamo allenare. Il volo è partito con un paio d’ore di ritardo e, all’arrivo, abbiamo incontrato i coach americani che ci aspettavano.

Però la mia borsa e quella di Niccolò (Pulsinelli ndr) non erano arrivate e, preoccupati, siamo andati a fare la richiesta della borsa. Arrivati al camp i coach ci hanno dato un giorno di pausa per riposare e, il giorno seguente, abbiamo fatto il primo allenamento. Sono andato lì senza attrezzatura, scarpe senza tacchetti e, in più, dovevo competere con ragazzi tecnicamente molto più bravi e, a dire la verità, il morale era veramente basso. Il secondo giorno sono arrivate le nostre borse finalmente e mi sono ripreso, così sono riuscito a competere un minimo. I giorni seguenti sono andati sempre meglio. L’esperienza è stata veramente bella e ho potuto vedere come se la cavano i ragazzi di altri paesi, notando che il livello in Italia non è tanto alto, ma non a causa delle associazioni sportive, bensì delle scuole italiane che non aiutano i ragazzi a fare sport."