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mercoledì 22 gennaio 2014

AMERICAN DREAM - IL RACCONTO DI NICCOLO' PULSINELLI

Eccoci al secondo appuntamento con il diario di American Dream. Stasera è il turno di Niccolò Pulsinelli


"Abbiamo iniziato a prepararci per questa esperienza in America già durante il campionato under 19. La nostra preparazione fisica e atletica non è potuta essere però delle migliori, perchè ci trovavamo appunto nella stagione, dove conta più la preparazione tecnica e mentale. Dopo un viaggio molto lungo e faticoso, durato più ore del dovuto, abbiamo avuto una mattinata di riposo dove alloggiavamo, per poi cominciare l'allenamento al pomeriggio.

A me e a Igor (Timotijevic ndr) non erano arrivate le valigie con tutto il necessario per un allenamento di football. I primi due giorni sono stati estremamente duri anche emotivamente, perché il livello era tanto superiore e questo non ci facilitava. Alla fine della seconda giornata sono finalmente arrivate le valigie e abbiamo cominciato ad allenarci seriamente.

L'allenamento si divideva in più fasi: un conditioning fisico e atletico, poi ci si divideva per reparti ed infine l'allenamento tutti insieme con attacco e difesa. L'ultima parte era caratterizzata dalla visione dei video riguardanti l'allenamento svolto. Tutto ciò veniva fatto due volte al giorno, intervallate dalla pausa pranzo dove potevamo stare tutti insieme noi italiani e conoscere altri ragazzi da tutte le parti del mondo. Ho notato che noi italiani siamo sotto il livello di tanti altri ragazzi che hanno frequentato il camp, ma ciò è dovuto alle molte ore di allenamento in più che fanno rispetto a noi, dato che anche la scuola italiana non ci aiuta per nulla, non dando peso all'importanza dello sport.

Con tanto allenamento però, sono convinto di poter raggiungere i loro livello. L'IMG Academy è pronto ad ospitare qualsiasi tipo di sport e, per il nostro in particolar modo, ci sono due campi di allenamento e uno apposta per la partita. Ho imparato molto dai coach che, per una settimana, ci hanno seguito e aiutato a crescere come giocatori e persone.  



Per me è stato una dura prova questa settimana, ero dell'annata più piccola (1997) e c'erano ragazzi del 1994 strutturalmente più grossi e fisicamente più forti, ma questo mi ha insegnato molto e spero di poter portare tutta la mia nuova conoscenza nel mio team. Il mio ruolo il linebacker è piuttosto fisico, ma ha anche bisogno di intelligenza, reattività e velocità nei movimenti e nella lettura. Ho appreso e perfezionato tanto grazie ai consigli di tutti, anche degli altri ragazzi del gruppo dei linebacker più grandi di me e con più esperienza, con la quale ci siamo subito ambientati e abbiamo condiviso l'amore per lo sport più bello del mondo.

Sono sicuro che questa esperienza mi abbia segnato per la vita in positivo. Spero di poterci tornare per poter dimostrare a tutti quello che è il football italiano."