Per presentare il curriculum di giocatore di Guido Cavallini non
basterebbero mille pagine. Una vita dedicata al football, nella quale ha colto
risultati importanti con maglie prestigiose, è solo il biglietto da visita di
un atleta eccezionale. La medesima classe e il medesimo spirito battagliero
Guido li ha trasferiti in campo come allenatore dove, in brevissimo tempo, ha
messo in mostra grandi capacità che ne hanno fatto uno dei tecnici emergenti
più interessanti dell’intero panorama nazionale. I Seamen non se lo sono fatto
scappare assegnandogli il ruolo di Head Coach under 18 per l’imminente, nuova
stagione. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per presentarlo a tutti gli
appassionati.
Ciao Guido. Benvenuto nella grande famiglia Blue Navy. Cosa ti ha indotto a
scegliere i Seamen?
Dopo la dolorosa chiusura dei Puma senior ho conosciuto dall’interno la
famiglia Seamen con il passaggio di molti nostri atleti. Vi ho trovato gli
stessi valori e la stessa filosofia sportiva. Quindi mi è sembrato naturale portare tutto
il nostro movimento giovanile a bordo di questa grande nave. Più equipaggio
valoroso, più comandanti in seconda e grande staff mi sembrano il presupposto
migliore per far crescere i giovani atleti.
I Seamen hanno conquistato due titoli nazionali e tre finali negli ultimi anni (U18 e U21). Come giudichi tecnicamente la tua nuova realtà? Trovi ingombrante o stimolante il recente passato, vincente, dei settori giovanili?
Vedere muoversi sul campo settanta under 18 e under 15 è già di per sè un
miracolo sportivo in questa Milano ed in questo paese dove sembra esistere solo
il calcio. Tecnicamente tutti i ragazzi hanno moltissimo da apprendere. Riesco
a vedere cosa possono diventare e li aiuto a divenire grandissimi atleti e
uomini migliori. Tutto ciò è per me un grande onore ed una grande
responsabilità. Ritengo assolutamente una grande sfida cercare di
raggiungere i fasti del recente passato in un movimento che sta crescendo in
maniera esplosiva. L'impegno è tanto e chissà...dopotutto il passato lo guardi per
diventare migliore.
Ci vantiamo di avere uno degli assetti organizzativi più solidi in Italia. Qual è stato il tuo impatto con la società e con l'organizzazione targata Seamen?
Per deformazione professionale tendo a cercare sempre nell’organizzazione di
un’attività cosa sia possibile migliorare o quali siano gli aspetti deficitari,
ma i risultati dei Seamen in soli tre anni sono davanti agli occhi di tutti,
guidati da un leader “sognatore” e da tantissimi dirigenti che ci mettono
tempo, energie ed aiuti, senza il minimo ricompenso finanziario, ma solo per
essere a bordo di questa nave che in poco tempo sta diventando un
transatlantico…mi sembra il minimo fornire il mio contributo.
Il football italiano pare orientato verso una netta ripresa che si articola su più livelli. Cosa hai apprezzato maggiormente negli ultimi tempi e cosa ti piacerebbe ottenesse il nostro movimento nei prossimi anni?
Dopo tanti anni di latitanza e ripartendo dal basso, il football sta
finalmente raggiungendo un traguardo dietro l’altro. Mi è piaciuta molto la
crescita organizzativa della squadre e della Federazione. Parlando solo dei
settori giovanili spero che già dalla prossima stagione si possa passare a
campionati nazionali under 19 a
11 giocatori , under 16 a
7 e under 13 a 5. Questo ci avvicinerebbe all’Europa e al resto del mondo
che pratica football. Può non essere facile per tutti, ma la Federazione deve
essere anche da stimolo. Così finalmente usciremmo da alcuni strascichi di
campanilismo ancora presenti.
Sappiamo essere sciocco qualsiasi paragone con gli anni ottanta, ma a tuo giudizio cosa manca al nostro football per tornare a quei livelli? Trovi differenze nei ragazzi che approcciano la disciplina rispetto ad allora?
Vi è ancora differenza tra il livello fisico ed atletico che esprimeva il
football degli anni ‘80 e quello attuale, ma giocatori giovani e completi dal
punto di vista tecnico, fisico e atletico stanno sempre più emergendo. Credo
che entro i prossimi tre anni questo gap verrà colmato. No, i ragazzi che si
approcciano a questo sport non sono cambiati, hanno la stessa luce negli occhi,
desiderio e passione che avevamo noi. Quello che è cambiato è la società che
gli gira intorno e con la quale dobbiamo fare i conti tutti i giorni.
Il più bel ricordo di football di Guido Cavallini.
Da giocatore il mio ricordo più intenso è legato ad un touchdown su kickoff
return su di un campo con 20
cm di fango, dopo una finta particolare e 85 yds di volo in meta…era
il mio primo anno.
Da allenatore il mio ricordo più bello...lo sto costruendo.
Un tuo parere sui tornei di quest'anno e, in particolare, sul Super Bowl
varesino.
Cattiva l’organizzazione e l’attenzione verso i tornei five men e i
tornei giovanili, partiti in ritardo e che hanno costretto alcune squadre a
giocare tre partite in una settimana. E’ mancata ancora una buona convenzione
per le trasferte in aereo ed infine segnalo il grandissimo sforzo e la bella
organizzazione per il Super Bowl varesino. Penso solo che a luglio, se si
riuscisse a legare questo evento ad una località di mare con intorno altri
eventi, forse sarebbe ancora tutto più bello.
Avrai l'onere e l'onore di guidare il team U18. Ti sei fatto un'idea sulle squadre da battere?
Disciplina, intensità, organizzazione, ovvero le regole del D.I.O. football
guideranno la nostra season under 18. Di fronte troveremo avversari agguerriti
e migliorati. Tra loro vedo Giaguari, Panthers, Draghi e gli attuali campioni
Grizllies: tutti team con un ottimo programma giovanile.
Un saluto ai tifosi blue navy e una promessa o forse sarebbe meglio dire un
pensiero sul prossimo campionato. Dove arriveranno i tuoi Seamen?
Appena sale il vento innalzeremo le vele e navigheremo dritti sull’obiettivo,
verso mari pescosi, senza pause e senza timori. Confidiamo nella buona sorte ed
affronteremo ogni partita come un' avventura. Chiunque ci incontri sappia che
sulla nave Seamen il motto è "parte della ciurma, parte della nave, parte
della nave, parte della ciurma”. Tra poco si salpa.